Molti siti istituzionali italiani sono in tilt e l’attacco viene rivendicato dagli hacker russi.
I siti di diversi ministeri e quello del Csm sono stati nuovamente nel mirino dei gruppi hacker russi. I malfunzionamenti si sono iniziati a registrare ieri sera su alcuni siti istituzionali come quello del ministero degli Esteri e quello dei Beni culturali. A rivendicare l’attacco il gruppo hacker Killnet. Il gruppo su Telegram aveva pubblicato una lista di obiettivi sotto lo slogan “Fuoco a tutti”.
Per il momento, non si registrano fughe di dati e furti di elementi sensibili dai portali istituzionali. Si tratta di attacchi ‘Ddos’ (ovvero ‘interruzione distribuita del servizio’), che si basano sull’invio di continue e numerose false richieste di accesso ai sistemi informatici di un’infrastruttura. Lo scopo è sovraccaricarli e farli collassare. Il risultato è una difficoltà ad accedere al sito a causa del traffico creato dagli hacker.
Nuovo attacco cyber all’Italia
L’elenco pubblicato dal gruppo su Telegram contiene una cinquantina in tutto tra ministeri, aziende, autorità di garanzia, media, organi giudiziari come obiettivi dei loro attacchi.«Fuoco a tutti» hanno scritto gli hacker che in un messaggio precedente avevano dato le istruzioni «per liquidare la struttura informativa italiana», chiedendo un attacco per 48 ore e di non colpire il sistema sanitario.
Continua la cyberwar e ora coinvolge anche la Cina. Secondo quanto riporta il New York Times, hacker cinesi avrebbero cercato di rubare dati e informazioni di difesa dalla Russia. Questi hacker cinesi hanno inviato email a militari russi relative alla lista di persone sotto le sanzioni americane. Le email contenevano un malware. «L’incidente mostra come la Cina cerchi di spiare la Russia e mette in evidenza il complicato rapporto fra i due Paesi che si sono uniti contro gli Stati Uniti», scrive il New York Times.